In questo articolo descrivo due metodi per semplificare il processo di scatto con ottica manuale.
Queste tecniche permettono di ottenere un buon grado di nitidezza riuscendo anche ad essere molto rapidi e consentendo di occuparsi unicamente di comporre l’immagine riuscendo così a non perdere lo scatto.
In un ottica manuale distinguiamo: l’anello in cui è riportato l’indice del diaframma, la ghiera dell’apertura focale, la ghiera della messa a fuoco in cui è riportata la scala dele distanze e l’anello in cui sono riportate la scala della profondità di campo e al centro l’indice della messa a fuoco.
Le foto inserite nell’articolo mostrano la mia Leica M10, già recensita, e il mio Voigtlander 28mm f2.
Iperfocale
Metodo molto utilizzato nella street photography, il vantaggio è che ci si può occupare solo dell’inquadratura, ma ha lo svantaggio che richiede tanta luce.
Si deve selezionare un diaframma abbastanza chiuso (ad esempio f16), successivamente si ruoterà la ghiera delle distanze posizionando il simbolo dell’infinito (∞) sul diaframma scelto (nel caso del nostro esempio f16), quindi sarà possibile verificare che sarà “tutto a fuoco” nell’intervallo fra le due tacche corrispondenti al diaframma scelto (nello specifico da circa 1m a infinito).
Personalmente non sono d’accordo nell’utilizzare il termine “tutto a fuoco”, io direi che è tutto sufficientemente nitido; infatti la massima nitidezza sarà corrispondente alla distanza indicata dalla tacca sull’obiettivo di massima apertura (in questo esempio circa a meno di 2m).
Difatti, si definisce come distanza iperfocale una particolare lunghezza di messa a fuoco, che permette di ottenere la massima estensione della profondità di campo, calcolabile per una data lunghezza focale e un dato diaframma, o meglio, la distanza più ravvicinata alla quale un obiettivo può mettere a fuoco mantenendo accettabilmente nitidi gli oggetti all’infinito. In altre parole, quando si mette a fuoco a questa distanza, tutti gli oggetti che si trovano a una distanza che va dalla metà della distanza iperfocale fino all’infinito, saranno accettabilmente nitidi.
Zone Focusing o Fuoco zonale
Lo zone focusing, chiamato anche fuoco zonale o messa a fuoco a zona, è una tecnica che permette di impostare il fuoco a una determinata distanza in modo da ottenere una zona nitida all’interno della quale far rientrare i soggetti che si vogliono fotografare.
Ipotizzando di lavorare entro un range ben definito, si imposta la distanza ipotetica del soggetto dalla camera, scelto il diaframma di apertura si potrà leggere il range in cui si avrà il campo nitido. Prendendo sempre ad esempio il 28mm Voigtlander, focheggiando a 2m con una apertura pari a f4, la nitidezza sarà nel range da circa 1.7m a 2,8m.
Metodo semplice ma non applicabile in tutte le circostanze; il vantaggio è quello di poter utilizzare un’apertura focale maggiore rispetto al metodo dell’iperfocale, tenendo a mente che tanto più aperto sarà il diaframma tanto minore sarà la profondità di campo e quindi il range di nitidezza.
In caso di condizioni pessime di luce potrà comunque utilizzare il flash impostandolo in modo opportuno.